Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA

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Salgari, Emilio 26 occorrenze

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tigre a quella chiamata s'arrestò, alzò la testa, fissò sul canotto i suoi occhi verdastri e si slanciò verso la riva emettendo un sordo mugolìo

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alla capanna, accesero a poca distanza dai suoi piedi un gran fuoco, ed attesero pazientemente che ritornasse in sé, per cominciare la prova. Non

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indietreggiare sollevando la terra coi suoi potenti artigli senza staccare gli occhi dal maharatto che sosteneva imperterrito quello sguardo. - Kamma

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§Agli orologi della città inglese suonava la mezzanotte, quando la Devonshire, che sin dal mattino aveva acceso i suoi fuochi, abbandonava a tutto

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tenebre e segnava la rotta ai timonieri, per evitare i numerosi bassifondi. Tremal-Naik, al suo fianco, aguzzava i suoi sguardi d'aquila per cercare di

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qualche cosa. Una commozione dolorosa scompose i suoi lineamenti, ma fu rapida come un lampo. Tornò a guardare il punto nero. Era di già assai ingrandito

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§Erano trascorsi venti giorni. Tremal-Naik, mercé la sua robusta costituzione e le assidue cure dei suoi compagni, guariva rapidamente. La ferita si

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seduto dinanzi al prigioniero, il quale non istaccava i suoi occhi dai miei. Passarono tre ore, senza che noi facessimo un movimento. D'improvviso sentii

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tenebre, quantunque ignorasse ancora dove andasse a finire e ciò che lo attendeva laggiù. Pochi minuti dopo i suoi piedi battevano su di un oggetto

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cenere, segno particolare dei settari di Siva. Tutto l'insieme esprimeva una energia rara ed un coraggio straordinario, di cui mancano generalmente i suoi

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d'una tinta bronzina, dura, feroce, con folta barba nera. Gli occhi suoi, profondamente incavati, brillavano d'una cupa fiamma. - Addio, Kougli

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, adorna di divinità e di teste d'elefante scolpite con rara maestria. I suoi tre alberi coperti di tela, dagli alberetti al ponte, si curvavano sotto la

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ai suoi orecchi. - Da' il segnale, Huka! - Siamo perduti, padrone! - gridò Kammamuri. - Non muoverti, - disse Tremal-Naik. - Afferra la tigre. Si

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, - disse Tremal-Naik. La tigre emise un sordo brontolìo. - Va' e sbranalo, amica mia. Darma guardò il padrone, poi l'indiano. I suoi occhi si dilatarono

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! miserabili! D'un tratto emise un urlo terribile e i suoi occhi si fissarono su di una pietra, contro la quale era appoggiata la testa di Aghur. Ai

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rosso come una brace, ed i suoi occhi sfolgoravano di rabbia. - Mostruoso rettile! - esclamò furente. - Non toccarmi con quella frusta, ché discendo da

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sprofondò nuotando con vivacità. Suyodhana si alzò di scatto: un sinistro lampo balenò nei suoi sguardi. - La dea l'ha condannato, - diss'egli con

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, ansioso di sapere qualche cosa, si affrettò ad uscire. Ciò che prima colpì i suoi sguardi, fu un pugnale infisso per terra, a pochi passi dalla capanna

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spettacolo bellissimo. Il sergente tacque. I suoi occhi si chiudevano, si aprivano, ma tornavano a chiudersi per quanto facesse per tenerli aperti

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mattino. Quest'uomo era il sergente Bhârata. - Olà, Saranguy! - gli gridò. - Da dove vieni? Quella chiamata strappò bruscamente Tremal-Naik dai suoi

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d'attorno per vedere se erano soli, poi tese la mano dritta mostrando a loro l'anello. I due indiani caddero ai suoi piedi. - Chi sei? - chiesero con voce

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più leggiero e precipitava la rapidissima corsa, pauroso di essere raggiunto dai suoi feroci nemici. Kammamuri gli teneva dietro con grande fatica

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, conficcandosi le unghie nella pelle. I suoi occhi erravano smarriti, il suo volto era pallidissimo, quasi cinereo, ed il petto gli si sollevava impetuosamente

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l'inestricabile caos della jungla. Il capitano Macpherson, sano e salvo, s'era prontamente levato in piedi. Un profondo stupore si dipinse tosto sui suoi

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. - Battiamocela, - mormorò il maharatto. - Tra poco avrò alle calcagna i suoi compagni. Saltò in piedi e si diede a precipitosa fuga dalla parte che era

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incrociate sul petto e la fronte abbuiata. - Ed ora, - diss'egli rialzando con fierezza il capo, quando il maharatto scomparve ai suoi occhi, - sfidiamo

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